Nell’ultimo periodo mi sono particolarmente divertito a ricercare informazioni tecniche e fonti attendibili in merito alla progettazione di edifici lignei (se ti sei perso l'introduzione sui sistemi prefabbricati lignei rimando all'articolo: link).
La ricerca non è semplice e trovare una voce autorevole in merito è tutt’altro che scontato; fortunatamente mi sono imbattuto in un blog molto interessante che approfondisce il tema.
Gli articoli sono scritti in modo preciso, tecnico e cosa rara di questi tempi, trasmettono utili strumenti per la progettazione ai lettori. L’autore, nonché fondatore dello Studio WoodLab, l’Ingegnere Alex Merotto, ha deciso di mettere a disposizione il suo Know How, con l’obiettivo di diffondere la cultura del buon costruire e combattere alla radice i problemi riscontrati nella sua lunga esperienza nel settore delle costruzioni in legno.
Dopo ore passate nel suo blog ho deciso di contattarlo per parlargli della nostra iniziativa Learning. Trovandoci fin da subito allineati, abbiamo dato vita all’articolo che state leggendo e che vi fornirà utili consigli per la progettazione; in particolare, in questo articolo ci concentreremo sull’attacco a terra delle strutture in XLAM, come vedremo in seguito uno dei punti più importanti e delicati sia dal punto di vista progettuale che per la realizzazione in opera. Svolgeremo una reverse engineering, partendo dalle criticità riscontrate in campo, risalendo alle cause, per poi analizzare la corretta soluzione progettuale!
SAT così si definiscono in inglese le persone come me, seeker after truth. Cercatore instancabile, nella vita come nel lavoro, non smetto mai di cercare strade nuove, di provare e testare nuovi sistemi, nuovi prodotti nuovi modi di vivere, di lavorare, di costruire. Ogni progetto, così come ogni persona, ha le sue particolarità e le sue esigenze, il mio compito è quello di osservare e ascoltare per fornire poi una soluzione che rispetti le esigenze del progetto e ne esalti le caratteristiche. (Ing. Alex Merotto)
Indice:
1- Obiettivo durabilità e qualità del costruito
2- Le principali cause di ammaloramenti negli edifici in XLAM
DYSA Drying Inhibition Surface Area
Legge delle 4D, linee guida per la progettazione
Errori di dettaglio
3- L'importanza dell'attacco a terra
4- Conclusioni
1- Obiettivo durabilità e qualità del costruito
L’obiettivo del presente articolo, oltre ad analizzare corrette soluzioni tecniche è quello di sensibilizzare Committenti e Progettisti sul tema della durabilità degli edifici lignei.
Il Progettista per garantire la Vita Utile dell'edificio di almeno 50 anni, deve agire con cognizione di causa, essere esperto in materia e sviluppare nel progetto esecutivo dettagli adeguati alle caratteristiche fisiche del legno. Infatti, adattare dettagli e stratigrafie utilizzate per la realizzazione di edifici tradizionali agli edifici lignei può essere paragonabile a fare il pieno di diesel ad una automobile a benzina… non so se avete mai provato ma il risultato non è affatto piacevole.
Purtroppo, sempre più spesso ci si trova in questa situazione. Un po’ perché i professionisti accettano incarichi con forse un po’ troppa leggerezza, senza padroneggiare pienamente la materia, un po’ per le parcelle sempre più tirate in fase di offerta, che spesso invogliano i progettisti a delegare sempre più scelte e autonomia all’impresa. Si viene così a creare un mix esplosivo che porta molto spesso a soluzioni costruttive sbagliate dettate dalla praticità, convenienza e forse un po’ di ignoranza in materia a discapito di qualità e durabilità.
Vale la pena ricordare che, se da un lato tutti i contratti tendono a responsabilizzare il General Contractor o l’Impresa che esegue i lavori, quest’ultima risponde di eventuali vizi e criticità per una durata di 10 anni; mentre la responsabilità del DL (molto spesso anche progettista) è a vita.
Quindi delegare all’impresa da un lato può sembrare invitante e comodo ma è un rischio che nessuno dovrebbe assumersi. Per tutela del professionista stesso, del committente e soprattutto per deontologia. E se la parcella è troppo bassa? Direi che a volte è meglio rinunciare ad un lavoro piuttosto che farlo male.
Nell'edilizia tradizionale, i vizi costruttivi gravi che portano a procedimenti legali sono relativamente rari. Al contrario, nei sistemi costruttivi lignei, ciò che potrebbe sembrare un semplice difetto estetico in edifici tradizionali può facilmente evolvere in un problema strutturale significativo, compromettendo la stabilità stessa della costruzione.
Ora lascio la parola all'Ing. Merotto che vi guiderà nel mondo della progettazione degli edifici in XLAM.
2- Le principali cause di ammaloramento negli edifici in XLAM [Ing. A. M.]
La principale differenza tra l’edilizia in legno e quella tradizionale consiste nel fatto che il legno è l’unico materiale da costruzione biologico e deperibile. Se non si tiene in considerazione questo fatto, la possibilità di incorrere in un fuori servizio strutturale nel giro di pochi anni è reale e probabile.
DYSA condition (Drying inhibition surface area)
Il legno, infatti, in presenza di ristagno d’acqua, tende ad andare incontro a fenomeni di degrado e marcescenza nel giro di poche settimane. Se, da un lato, gli elementi in legno esposti alle intemperie non risentono di particolari problemi in quanto si bagnano spesso ma si asciugano anche molto velocemente, dall’altro, quando gli elementi in legno sono in quella che gli anglosassoni chiamano DYSA condition (Drying inhibition surface area), condizione in cui viene inibita la possibilità di asciugatura, i fenomeni di degrado iniziano praticamente subito e portano ad una totale perdita di resistenza strutturale nel giro di pochi mesi.
Ma quali sono i punti più critici in un edificio in legno? L’esperienza di questi anni mi ha portato a raccogliere i dati di più di 150 casi di fuori servizio strutturale e il quadro che ne risulta individua 5 punti critici fondamentali: Attacco a terra, tetti piani, terrazzi, cappotto e davanzali e passaggi impiantistici. Le cause del degrado insistono, invece, principalmente in errori di progettazione. Questi ultimi, possono essere di due tipi, errori di impostazione generale ed errori di dettaglio.
La Legge delle 4D, linee guida per la progettazione
Per trattare gli errori di impostazione generale non si può fare a meno di citare la legge delle 4D. I paesi con una lunga tradizione di costruzioni in legno, come Germania, Stati uniti, Canada, Norvegia, ecc. hanno nel corso degli anni prodotto una cospicua letteratura tecnica al fine di definire le norme del buon costruire in legno. In merito alla questione durabilità le norme tecniche e le linee guida di quei paesi prendono come riferimento cardine la Legge delle 4 D, dove le D sono le lettere iniziali di 4 parole inglesi che fissano i cardini principali. Queste 4 parole sono: Deflection, Drainage, Drying and Durability. Deflection ovvero schermatura sta ad indicare che ci si deve preoccupare di schermare il più possibile le superfici esposte alle intemperie. Ad esempio dotando l’edificio di aggetti di copertura per proteggere la parete sottostante. Drainage ovvero drenaggio sta ad indicare che l’acqua deve essere allontanata il più in fretta possibile dall’edifico per mezzo di adeguate pendenze. Ad esempio i tetti piani e le superfici orizzontali esposte (terrazzi) dovrebbero essere evitati. Drying ovvero asciugatura ci invita ad utilizzare materiali traspiranti per dar modo al legno di asciugare nel malaugurato caso che dovesse bagnarsi. Ad esempio si dovrebbero evitare materiali non traspiranti come le guaine bituminose. Infine Durability intesa come durabilità di specie legnosa che invita ad utilizzare specie legnose con durabilità alta nei punti più critici.
Leggendo questi punti si comprende quanto pesantemente impattino nella progettazione generale. Prendendo infatti solo i primi due punti, si evince che un edificio in legno ben progettato dovrebbe quantomeno avere una copertura in pendenza e degli sporti/aggetti di copertura importanti per proteggere tetto e pareti. Questo, in Italia, non avviene spesso e anzi, in questi anni, il boom del settore delle case in legno è coinciso con la moda architettonica delle abitazioni minimaliste a “cubotto” che presentano tetti piani “a vasca” e assenza totale di sporti in copertura in totale contrasto con la legge delle 4D. Il risultato è che queste tipologie di edifici sono quelle che più spesso presentano problemi anche a pochi anni dalla fine della costruzione.
In considerazione di quanto detto, è evidente che una corretta progettazione architettonica per un edificio in legno non può prescindere dal rispetto delle indicazioni della legge delle 4D di conseguenza quando ci troviamo di fronte ad un problema di durabilità su di un fabbricato che non tiene conto di queste indicazioni, la responsabilità del problema ricade in una impostazione generale del progetto architettonico errata e deficitaria.
Gli errori di dettaglio
Per quanto riguarda gli errori di dettaglio invece, si verificano in edifici correttamente progettati ma in cui avvengono problemi localizzati in un punto ben specifico e dovuti ad un dettaglio costruttivo non corretto o alla mancanza dello stesso. Anche in questo caso la mancanza di preparazione specifica da parte di molti progettisti li porta ad affidare la parte esecutiva all’impresa costruttrice confidando nella loro preparazione. Il problema sta nel fatto che DL ed impresa hanno obiettivi divergenti in quanto la DL ha il compito di controllare che la costruzione venga eseguita secondo le regole dell’arte mentre il costruttore tende a consegnare un immobile massimizzando gli utili, a volte a scapito della qualità. Ma come fa la DL a verificare la correttezza dell’operato dell’impresa se è l’impresa stessa a dire alla DL come si devono fare le cose? Come può la DL, che dovrebbe tutelare il cliente, rendersi conto se quello che viene eseguito va bene dal momento in cui è lo stesso costruttore, che tutela se stesso, a dirgli come si devono fare le cose?
Sulla base di quanto detto cominciamo a sviscerare qualche dettaglio tecnico partendo da uno dei più importanti: L’attacco a terra.
3- L'importanza dell'attacco a terra [Ing. A. M.]
L’attacco a terra è quella porzione di fabbricato che collega la fondazione alla parete in legno. E’ uno dei punti più complessi dell’intera costruzione in quanto è il punto di contatto tra due tecnologie molto diverse, da un lato abbiamo un elemento prefabbricato (la parete) in materiale deperibile e lavorato con tolleranze intorno al mm, dall’altro abbiamo un manufatto confezionato in opera con un materiale molto durevole ma con tolleranze nell’ordine delle decine di mm. Inoltre è il punto in cui la struttura in legno è più vicina alla quota del terreno e pertanto uno dei punti più delicati per quanto riguarda la durabilità. Senza bisogno di inventare niente possiamo cominciare a guardarci intorno per capire cosa prescrivono le normative estere a riguardo:
In questa carrellata di immagini vediamo come le normative estere conoscano bene il problema della marcescenza al piede e vadano tutte verso la soluzione di allontanare il legno dalla quota terreno.
In Italia sono nate numerose soluzioni tecniche per raggiungere questo scopo, personalmente ritengo che un buon cordolo di cemento, confezionato in maniera precisa, sia ancora la soluzione più efficace dal punto di vista del rapporto costi/benefici.
Di sicuro non sono più accettabili soluzioni che prevedono l’appoggio diretto della parete in legno sulla platea piana anche se si prevede l’inserimento di un elemento di sacrificio come distanziale. Indipendentemente dal tipo di impermeabilizzazione che si andrà ad applicare, il legno si troverà in una situazione molto sfavorevole e tendere a marcire nel giro di pochi mesi.
4- Conclusioni
La durabilità non è solo un requisito tecnico, ma un obiettivo imprescindibile per chi progetta edifici in legno. Conoscere e rispettare le peculiarità di questo materiale significa creare edifici che non solo rispettano i canoni della sostenibilità, ma che durano nel tempo, mantenendo la loro bellezza e funzionalità. Investire tempo e risorse nella corretta progettazione, rivolgendosi ad un professionista competente in materia, è il modo migliore per valorizzare l’eccellenza del legno come materiale da costruzione e assicurare edifici sicuri e longevi.
Sono molto soddisfatto del risultato di questa collaborazione con l'Ing. Merotto che ha portato un contributo di valore rendendolo fruibile al pubblico. Lo ringrazio vivamente, è stato un piacere collaborare con lui nella stesura dell'articolo.
Il progetto Learning di FVR è nato con lo scopo di portare a tutti i lettori contenuti davvero utili, anche con la collaborazione di professionisti esterni. Mi sento di dire che questo è un caso con cui abbiamo centrato l'obiettivo.
Continueremo a portavi interessanti approfondimenti raccogliendo anche vostre eventuali proposte. Lo stimolo è quello di partecipare attivamente alla discussione!!
Buon lavoro!!
Ing. Federico Favero
Laureato in Ingegneria edile-architettura presso l'Università di Padova, ha maturato esperienza sul campo partecipando alla Direzione Lavori di importanti commesse, alla progettazione esecutiva e concettuale di diversi progetti, sviluppando un forte interesse per i dettagli costruttivi. Dal 2020 è Professionista Antincendio.
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